giovedì 12 aprile 2007

Domani sarà un giorno duro...(censurata su Yahoo-Answers)

Va bene stasera una persona mi ha regalato dei pensieri catartici, così senza parole, solo con una domanda, e mi ha infuso, lentamente, piano, la voglia di scrivervi anche per stanotte, ed allora iniziamo questa fiera. "Domani sarà un giorno duro" pensava avvolto da un mantello nero. Camminava piano, pieno di fatica sui sanpietrini di quella vecchia strada di campagna. Sentiva squittire esseri volanti della notte attorno a lui. Zizzagava per evitare le numerose pozzanghere che stagnanti sostavano in numerosi punti del terreno. Poi in lontananza cominciò a scorgere luci fioche e lontane, deboli avanzavano verso di lui. Continuò con i passi un pò incerti a procedere, lento. D'un tratto i suoi timpani vibrarono per il sopraggiungere d'una cantilena da quelle luci. Cantavano piano parole sensa apparente senso. Vide un carro e poi sentì lo scricchiolare delle ruote girare tra i sanpietrini. Era un carro funebre, gli parve di capire. Poi ne ebbe la certezza. Vide leggermente illuminata dalle candele, sempre più vicine, una piccola bara d'acero. Una bara nuda e povera quasi a voler accogliere una grandezza con più chiarezza nel contrasto. S'impalò ,fermo a quella vista.I suoi occhi neri si fecero piano illuminati nel nucleo, accesi di luce riflessa da quelle povere candele bianche. Si defilò dal sentiero per consentire il passagio di quella processione luttuosa. Vide un raggio di luce d'un tratto illuminarlo in faccia. Disse, "scusate, stavo solo tornando a casa". L'uomo con la candela proseguì: "No scusi lei giovanotto ,solo un momento ci consenta di passare". Lui, "Certo". Vedeva ora chiara quella piccola bara di legno senza nessuna incisione, spoglia, poggiata su un cuscino di rose bianche, tutte a ricoprire il piano su cui era adagiata. L'atmosfera aveva di sottofondo quella cantilena come sinfonia di dolore, e così il carro passò. Subito sentì irrompere altri suoni provenire dalla sua sinistra. Vide una donna urlare, offesa da quella bellezza umiliata, da quella morte inspiegabile. Rompevano l'aria quei suoni ,e piano, ruppero qualcosa anche in lui, ruppero vibrando dentro tutto il suo mondo di cristallo, ruppero tutto il mondo, ruppero tutte le certezza, e alla fine mentre quelle luci scomparivano e il dolore con esse pensò..."Domani sarà un giorno duro, ma voglio viverlo fino in fondo ,senza perdermi neanche una nota, neanche un solo profumo, voglio prendere tutti i colori che mi donerà...sono vivo!"... Pensieri e riflessioni se vi va, sognatrici e sognatori non teneteli solo per voi ,regalateli anche a me...perchè domani sarà un giorno duro, ma siamo vivi...allora liberamente scrivete ciò che più vi ha detto questa breve storia, se qualcosa vi ha detto.

venerdì 16 marzo 2007

i suoi capelli

I capelli ricci e voluminosi erano fili d'oro adagiati morbidamente su un cuscino di piume d'oca, lì sinuosi e invitanti da annusare e bere come elisir di eros infinito. La immaginò così non appena la sua voce bassa al telefono gli disse che era a casa e che inaspettatamente suo marito era uscito per andare a pesca. Si scaraventò fuori dalla sua stanza non appena avvertito. "Ciaoooooo", urlando distratto verso i genitori immobili sdraiati sul divano a guardare la tv...acchiappate le chiavi, girata la maniglia,il giubotto ancora indossato solo per un braccio, chiusa la porta, il tutto in pochi istanti senza che papà e mamma potessero rispondere al saluto e capire cosa stesse succedendo. Subito l'altro braccio a indossare il giubbino poi ansimando verso l'ascensore...occupato, non poteva star lì ad aspettare, troppa voglia e adrenalina, quindi giù come un tuono, le scale non esistevano ,se avesse potuto si sarebbe lanciato giù da una finestra. I piedi veloci e imperterriti trovatisi in strada si affrettavano uno davanti e un dietro e viceversa, velocissimi, le mani sudate, gli occhi sulle vetrine e sui volti dei pedoni, sulla strada quasi deserta,sulle finestre dei palazzi, sui pochi locali aperti con un rif di chitarra che si riusciva quasi a distinguere in lontananza, su dei cani randagi vicino a dei cassonetti della spazzatura, e poi proprio davanti a lui, con le pupille fisse su ogni singolo sanpietrino ,che diviso l'uno dall'altro da strette fughe piene di calcestruzzo ,formava un fiume grigio pedonale che si perdeva ai suoi occhi seguendo i margini della strada verso casa di colei che quella smania e questo fiume provocava. I piedi iniziarono a formicolare come addormentati e troppo riscaldati, come un motore portato al massimo dei giri non appena acceso dopo una notte passata al gelo. Il cuore iniziò a battere sulle costole come tamburo non appena la facciata baroccheggiante dell'obiettivo si fece distinguibile. Il passo se possibile diventò più veloce e prima che potesse accorgersene si trovo con il pollice sul citofono, due pressate sul pulsante persistenti e decise,in contemporanea il suono del campanello giungeva ai timpani dalle finestre lasciate aperte data l'arsura estiva fuori stagione. Quindi il portone aperto senza che nessuno rispondesse.Non poteva che essere lui. L'ascensore in quel vecchio palazzo nobiliare, con i tetti alti e i muri spessi e l'aria d'improvviso fresca, non esisteva invece, quindi le scale divenirono strada obbligata e ultimo sfogo per guadagnare istanti, carezze e sospiri. La porta era aperta. Giunto sull'uscio, nel grande salone d' ingresso non c'era nessuno se non un nero gatto sulla poltrona rossa, proprio sul fondo della stanza. Lui chiuse la porta senza rumoreggiare troppo, avendo cura di accostare i battenti come se si baciassero morbidamente. Rifiatò un momento immergendosi in quel silenzio e nell'aria incensata, nel profumo di zagara, nella semioscurità rotta solo da angoli di luce fioca delle candele posate qua e là, socchiuse gli occhi mentre si sfilava il giubotto lasciandolo cadere sul pavimento dietro di lui. Poi in pochi secondi era sul corridoio che portava al cuore della casa, chiuse gli occhi ancora, cerco di sentire il suo odore, continuò ad avanzare annusando e con le braccia in avanti per ascoltare anche eventuali ostacoli solidi, sulla sua destra annuso chiari detersivo e frutta di stagione e il rumore di un motore, quello del frigo, era la cucina. Ancora tre passi avanti senza odori poi subito ed inaspettato e caratteristico, come impareggiabile cocktail di diversi odori, si sentiva ciliegia sotto spirito dalla sua pelle,amarena dalla bocca,fiori d'arancio dai capelli boccoluti, anice e cannella in sottofondo e anche menta. Era lei senza dubbio. Aprì gli occhi lentamente, sentendo quasi doloroso e rumoroso il distacco delle palpebre per accogliere la luce e lasciar svanire quel bouquet di profumi. Sull'angolo appoggiata ad uno dei battenti della porta bianca ,che portava alla camera da letto .lei sorridente, con occhi frementi e corpo morbido. Lui attese forse due o tre secondi in silenzio, poi l'avvinghiò con le sue braccia come branche sulla preda, baciandola sul collo, sulle gambe ,mordendola, assaporandola quasi per mangiarla, con la saliva come a ricoprirla in un rigurgito di possesso animalesco.Durante la danza del letto non esisteva più nulla, si scatenava la bufera fischiando per la stanza.Grandinava e fioccava in abbondanza.Come una febbre il volto sofferente e sudato.La mordeva tutta. La succhiava.Germogliavano nella stanza i semi di quel desiderio.La natura si sfogava e ritornava il sereno.I corpi dei due morti l'uno sull'altro, ansimanti come fiumi dopo la tempesta.Tutto di nuovo delettrizzato.

Una Buffonata su Vladi ,Romano e Benedetto!!!!

Vladimir Putin è il presidente della "repubblica" russa. Da ieri si trova in Italia per incontrare alte personalità tra cui il presidente del consiglio o papa Benedetto XVI, quello tedesco che parla ogni domenica dal Vaticano...chiaro no? (qualcuno dice che i bookmakers accettino già scommesse su chi riuscirà a NON fare un sorriso per tutto l'incontro).La Russia è in guerra per ragioni economiche-petrolifere contro il popolo ceceno,represso crudelmente da anni.E' considerato da molti responsabile diretto degli omicidi di due giornalisti: Antonio Russo giornalista italiano che si trovava in Cecenia sul finire degli anni novanta per un reportage e per la recente scomparsa di Anna Politkovskaja giornalista russa che stava per pubblicare un dossier su delle torture in Cecenia compiute da soldati russi con foto annesse, foto scomparse quasi tutte durante l'omicidio(sic...strano però?). Poi come non ricordare Litminienko(...avete presente Scaramella e il sushi?...), la spia russa uccisa a Londra. Qualcuno porrà al presidente Putin il problema Cecenia?(...tipo:Prodi:"sai caro Vladi siamo un pò perplessi e preoccupati per quel percorso stile giochi senza frontiere in cui stai trasformando la Cecenia...magari sarebbe carino se tu fossi un pò più discreto...sai-[bisbigliando]- qui in italia c'è ancora qualcuno che crede nei diritti umani...[risata complice dei due]". che so anche tipo così) 87.000 persone sotto terra magari meriterebbero un pò di considerazione(risata amara), ma mi soggiunge un dubbio per niente amletico...Non è che se Prodi o Ratzinger si espongono contro Putin poi "qualcuno" li avvelena al polonio o gli pianta due pallottole nella "capa",che sò il primo tra i portici della bella Bologna e l'altro tra un'anatema e una scomunica insieme a Ruini al di là del Tevere...(una lampadina illumina la mia mente tenebrosa ed ecco che partorisco un'idea come una montagna partorisce un topolino...Chi l'ha detta questa?)...bà se è così propongo una manifestazione popolare di massa a Roma in Piazza San Pietro (tanto risiedono tutti e due in vaticano no?...ah già Prodi non è un prete...dimenticavo...) per incitare questi due personaggi a far sentire "forte" la propria voce contro Putin...non si sà mai che il dittatore russo possa servire a qualcosa d'utile...:))

domenica 11 marzo 2007

ON-OFF /2 Così abbiamo conosciuto il protagonista della storia che andiamo a raccontare.Il suo nome è Sandro, un ragazzo di aspetto gradevole, alto, con un fisico attraente, un viso bello nella sua giovinezza, ventiquattro anni, occhi verdi, un pò di sogni chiusi in fondo al suo cuore e tanta voglia di rendere i sogni dei fatti nella sua vita.All'apparenza un ragazzo come tanti.Ma facciamo 24 passi indietro e vediamo di raccontare la storia di Sandro... Il suono delle cicale aspro come un limone risuonava per Capo Faro, l'alba che con fatica si realizzava all'orizzonte da il benvenuto ad un nuovo giorno caldo e pieno , un'alba che sveglia anche i dormienti più assorti per la sua perfezione poetica e vitale.Rossa e gialla insieme così perfetta.Un'armonia dolce di note per gli occhi che sanno guardare che forma una melodia entrando dentro indimenticabile.Qull'alba da l'inizio ad un nuovo giorno dell'agosto 77.E' arricciato il volto di Nino, disteso sulla spiaggia tutta oro, sembra un dio egiziano, sereno e beato al sole che punge e riscalda. Fa tutto fuoco nella sicilia degli anni settanta. Sembra che la sua vita non possa andare meglio, un lavoro che gli permette di vivere e che non gli prende tutto il tempo, gli amici di una vita al suo fianco come sempre, l'amore con una ragazza russa bellissima e che gli fa vibrare l'anima e il corpo,Alina,tutto fa da colonna sonora a quella torrida estate.Nino è il figlio minore di una famiglia catanese da generazioni, ultimo di 7 fratelli sente sulle spalle la responsabilità di seguirli formandosi una famiglia tutta sua, ma non ha ancora trovato la donna della sua vita,se ne esiste una, nonostante è già oltre i trenta.Se ne sta disteso in quella spiaggia dalla sabbia fine e calda da scottare nel litorale messinese con alcuni amici e colleghi della Sip, Turi e Peppe.Turi, il più piccolo dei tre, solo 23 anni, un pò ribelle e poca voglia di pensare al futuro, in mente pochi pensieri faticosi e voglia di stupirsi del mondo.A causa della situazione economica della sua famiglia non aveva potuto inscriversi all'università come i suoi compagni di Liceo, aveva dovuto trovare un lavoro.Grazie ad una raccomandazione dello Zio dipendente al ministero degli interni a Roma era entrato nell'azienda dei telefoni di stato.Peppe...bè esiste una sola parola per descriverlo,belissimo, modello di perfezione e gentilezza con "l'altra metà del cielo" da incitare un sentimento poco nobile ma naturale d'invidia nei cuori dei suoi amici di quartiere e di una vita ,Nino e Turi. . Bello ma ciò che colpiva in lui era sicuramente la sua capacità di entrare in sintonia con le persone da subito, era un ammaliatore, la sua voce sensuale ed il suo sguardo nero e luminoso allo steso momento faceva stragi d'anime, ma piaceva a tutti e tutti erano consapevoli del suo fascino.